Dall’inizio della pandemia, l’idea di viaggiare è diventata più un sogno che una realtà effettiva.
In questi lunghi mesi ho provato un’irrefrenabile nostalgia di luoghi già visitati ed una forte curiosità di muovermi alla scoperta di posti nuovi. Ci sono stati giorni in cui ho sentito il desiderio di “vagabondare”, di muovermi libera spinta soltanto da un vento leggero e piacevole.

In quei giorni così carichi di desiderio, ho chiuso gli occhi e ho trovato quella libertà grazie all’immaginazione. Immaginare di poter correre in uno spazio senza confini o di tuffarsi in un mare profondo ti fa sentire viva, fin quando tieni giù le palpebre.

Oggi, colpita dalla medesima voglia di evadere, ho pensato di viaggiare tenendo gli occhi aperti. La nostra cultura, muovendosi dall’arte alla letteratura, è segnata da meravigliose esperienze di viaggi che abbiamo letto o osservato.

Dunque, mi sono subito catapultata nel 1818. Immedesimandomi nel celebre Viandante sul mare di nebbia di Caspar Davide Friedrich e mi son chiesta quali potessero essere le sensazioni provate davanti ad un mare irrequieto e ad un orizzonte poco visibile.
Ho continuato questo metaviaggio ricercando la pace interiore, la stessa che Edward Hopper rievoca nei suoi dipinti, e mi son messa nei panni della donna ritratta in treno mentre legge un buon libro. Che bella emozione!
Andando avanti sono giunta ad Arles, dinanzi al vasto campo di iris rappresentato da Vincent Van Gogh. Ai rumori della città si è sostituito l’allegro cinguettio. All’incertezza del periodo si è sostituita una fugace atmosfera di tranquillità.

Pensate un po’ di continuare questo viaggio passando per Venezia e arrivando in Cina percorrendo la via della seta nei panni di Marco Polo. Immaginate la curiosità e l’adrenalina nel rivivere il viaggio di Ulisse e poi quello di Dante, Enea, Platone e Filodemo.
Lo stupore di arrivare fin sulla Luna grazie ad Ariosto!

Credo di aver scoperto un nuovo modo di viaggiare. Ogni esperienza vissuta da altri può essere letta o vista da ognuno di noi con occhi diversi. Possiamo provare emozioni discordanti ad altri dinanzi alla medesima situazione. Siamo in un continuo divenire che trasforma perfino il nostro modo di vedere le cose. Ogni viaggio, reale o immaginario, ha tanti modi di essere vissuto e mai rievocherà le medesime sensazioni: per questo è unico.

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