Corpi senza nome. Numeri e punti in mezzo al mare in balia delle onde. Di chi è la responsabilità quando una barca affonda? Ognuno esegue gli ordini. A soccorrere ormai non c’è più nessuno.

26.000 in dieci anni. 2.406 nel 2022. 225 solo nel 2023.  Questi, i dati dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), la quale, traccia gli incidenti che coinvolgono i migranti che sono morti o scomparsi nel percorso di migrazione verso una destinazione internazionale. Una responsabilità Europea e Italiana che investe nel rafforzamento delle autorità marittime libiche e negli accordi informali sul traffico di rifugiati e migranti. Un paradosso sociale che vede un crimine svilupparsi attraverso un apparato burocratico ordinario sotto lo sguardo immorale di ognuno.

L’ “emergenza migranti” inizia a farsi sentire sulle coste italiane a partire dal 2012. Quello stesso anno, il governo italiano lancia l’operazione Mare nostrum per il salvataggio di vite in mare. Nel 2014 l’operazione viene sospesa con l’istituzione della Triton, una missione a guida europea.

Ad oggi, non esistono meccanismi coordinati per la ricerca, il salvataggio e lo sbarco delle persone. Dato in evidenza è, invece, la violazione dei diritti umani fondamentali commessa dalla guardia costiera libica durante il coordinamento delle azioni di salvataggio. 

La mancanza di soccorso in mare è l’esito di una campagna di criminalizzazione delle ong partita dal 2017 e inasprita con l’ultima legge anti ong approvata il 23 febbraio 2023 dal governo Meloni.

Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite, ha più volte ribadito la necessità di percorsi sicuri, ordinati e legali per migranti e rifugiati, fornendo ricerca, soccorso e assistenza come imperativo umanitario e obbligo morale e legale.

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha richiamato la responsabilità europea nel sottrarre i fenomeni migratori ai trafficanti di esseri umani impegnandosi in modo diretto nelle politiche migratorie.

L’ultimo naufragio, avvenuto il 26 febbraio 2023, a Steccato di Cutro, vicino Crotone, dimostra che le attuali politiche non sono in grado di affrontare l’arrivo dei migranti in modo strutturato.

La tratta che collega Libia e Tunisia all’Italia è la più letale in tutto il Mondo. Oltre al cimitero blu, però, c’è un altro cimitero poco conosciuto: il deserto del Sahara. Chi riesce a tentare la traversata in mare, infatti, è sopravvissuto alle violenze e agli abusi del viaggio sulla terra ferma e alle carceri libiche. Alcuni vengono riportati al proprio Paese di origine; altri vengono ammassati su gommoni e barche fatiscenti, spesso guidati dagli stessi migranti addestrati in modo sommario prima della partenza. L’imbarcazione deve partire, non importa se giungerà a destinazione.

Il naufragio lungo le coste della Calabria, dell’imbarcazione partita da Izmir, in Turchia, è costato la vita ad almeno 64 persone. Per Scandura, dal comunicato della guardia di finanza sembrerebbe che i naufraghi fossero stati considerati “migranti irregolari” e non “naufraghi” e che, per questo motivo, sia stata decisa un’operazione di polizia e non una missione di salvataggio come dovrebbe avvenire in questi casi. Una tragedia divenuta l’emblema della banalità del male poiché, in mare, prima si salva e poi si ragiona.

Quello del 26 febbraio è solo l’ultimo evento drammatico nel mare che inghiotte corpi. La strage maggiore del Mediterraneo centrale risale al 19 aprile del 2015 quando, da Tripoli al canale di Sicilia, si sono registrati solo 28 sopravvissuti tra circa 850 persone a bordo. Anni prima nel 2013, nei pressi di Lampedusa, un naufragio a pochi metri dalla meta è costato la vita a 368 persone e solo otto giorni dopo, sessanta minorenni sono annegati in mare nell’ormai nota “strage dei minori”.

In un mare che lascia tracce, come si è giunti a trasformare una barca in un punto senza valore? Un punto che rende ben visibile l’asimmetria di potere tra chi osserva e chi viene osservato. 

Corpi che diventano linee di demarcazione di un confine che segna una distanza e ogni volta che questa distanza diminuisce mette in crisi tanto che salvare diventa un crimine.

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